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la Scuola di Salto di Milano

La scuola di salto di Milano
Sui pendii scoscesi delle piste di Bormio alcuni ragazzini hanno iniziato a saltare con gli sci.
Siamo negli anni 20 e come molti altri bambini della Valle non appena messi gli sci di legno ai piedi diventano atleti in diverse specialità trasformando i prati di Feleit in vere piste di lancio.
Durante i pomeriggi si alternano a provare e riprovare le posizioni finché madri e nonne munite di scopa non vengono a riportare a casa i bambini bagnati e intirizziti.
A testimoniare questo passaggio troviamo nel gennaio del 1923 delle foto che ritraggono una gara di salto nei prati della Alù, ad essere immortalati sono due personaggi che più tardi saranno tra i portacolori della scuola di sci di salto di Milano.
Inizia così, nel ’35 a Bormio la storia della prima e vera scuola di salto con gli sci d’Italia e probabilmente per la sua caratteristica la prima del genere in Europa.
Viene chiamata “scuola di salto di Milano” poiché si deve la sua realizzazione grazie al contributo dell’azienda elettrica municipale di mini Milano (AEM)
Difatti l’azienda sostiene le spese di costruzione dei trampolini alti 15, 25 e 35 m
La direzione è del signor Flumiani che ogni settimana giunge a Bormio per assistere alle prove degli allievi i quali dotati di moduli firmati dei genitori, oltre a chiedere l’adesione a questa scuola, cercano di attenersi alle regole dettate in questo ambito.
Si apprende che ogni allievo è dotato di un libretto tascabile-pagellina dove vengono segnate le classifiche delle gare che si svolgono ogni domenica, gare alle quali assistono sempre di più gli spettatori e sempre di più si ottengono risultati importanti.
Era una scuola molto severa e degna di onore, di fatto il professore ricorda che l’impegno dei ragazzi per guadagnarsi un distintivo dei colori bianchi e rossi che portavano fieri cuciti sulle maglie di certo non se la levavano neppure di notte!
Il livello della scuola cresce e con esso anche il numero degli allievi arrivando fino a 70 frequentatori, i quali però avevano un regolamento ben preciso da seguire: coloro infatti che finita l’ora di scuola non si erano comportati bene a livello di rendimento, venivano infatti trattenuti sui banchi con termini di punizione, andando così a perdere allenamento e divertimento sulle piste del trampolino.
La scuola a Bormio viene proposta per tre anni con allenatori inviati dalla FISI di grandissimo calibro. Una volta chiusa la scuola emerge un campione ovvero Carlo de Lorenzi che dopo la guerra è una delle punte di diamante dello sci club, il cui nome è strettamente legato a Gervasio Martinelli di Valdidentro che per conto proprio e senza allenatori continua ad allenarsi sui trampolini di Feleit.
C’è una storia che racconta della sfida storica quella tra Battista Compagnoni detto Preostin, e il Vecio ovvero Gervasio Martinelli.
Preostin cioè il Compagnoni è dato come più forte, sa di esserlo ed è convintissimo di vincere ma purtroppo quel giorno per ben due volte cade regalando la vittoria al Vecio cioè al Martinelli; il Compagnoni però ci rimane talmente male che non rivolgerà mai più la parola allo sfidante e non sarà neppure disposto a scambiare con lui un gambale di panno che erroneamente si erano scambiati durante la premiazione!
Questa e molteplici altri aneddoti hanno fatto la STORIA dei Campioni dello sci in AltaValtellina!

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