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A fine estate…

fine ottobre..
La strada è caratterizzata dal tappeto giallo delle foglie che stanno cadendo, i larici si spogliano, le betulle si impoveriscono; assieme ad uno strato di paltano che caratterizza queste giornate dove al mattino la brina copre tutto e l’umidità si amalgama con lo strato grigio della strada sterrata.

Non più lo scoiattolo nero ma quello rosso oggi mi attraversa la strada alla ricerca delle ultime pingne che il vento ha fatto cadere a terra, frutti già maturi a fine agosto che hanno dato cibo agli animali del bosco.

Le bacche rosse sono gli unici segni di vita sui rovi e tutto il resto si sta addormentando: lamponi, fragole, fiori ma non tutti.
È la stagione dei cardi che danno con il loro colore dorato, qualche punto di luce nel bosco assieme ad un raggio di sole che li illumina nella penombra del bosco.

E pian piano si spoglia anche la casa: viene riposta ogni singola stoffa, i cassetti ben sigillati, chiuse le imposte con la barra, tutti i cibi della dispensa vengono raccolti in uno scatolone e riportati a valle.

Accatastati i mobili del giardino, coperto il barbecue e riposti gli attrezzi, i fiori scomparsi dalle finestre nella speranza che possano essere protagonisti anche l’estate prossima, gli arbusti nel giardino vengono rafforzati e coperti affinché il peso della neve prossima dell’inverno non li rovini, non li rompa, non li spezzi e non li faccia gelare.

Legna, grande, piccola, viene riposta nelle diverse scatole affinché durante le capatine invernali dia sostegno e calore nel caminetto, vero protagonista dei pomeriggi con le ciaspole per visionare che tutto sia posto.

Nel sottotetto il piccolo lucernario irradia il piano, anche se gli aghi dei larici circostanti trasportati dal vento, presto diverranno una cosa unica con il ghiaccio che si formerà sul vetro.

E poi attraverso il ponte un’ultima volta, calpesto il prato che vede le violette che stanno lì, insistono nella loro fragilità a colorare il prato che sta cedendo invece alle sterpaglie delle autunno.

Ci sono ancora delle stelle alpine che si stagliano verso il cielo, rigide, rigogliose, che stanno lottando per resistere alle temperature miti di questi giorni.

Sulla facciata della casa il cartello intagliato sul legno, all’inizio molto chiaro ma che nel tempo il sole ha pensato a colorare con tinte che solo il sole e le situazioni atmosferiche sanno dare: Baita Laura.

E non c’è gioia nella chiusura della baita,mai, in nessuna stagione non si trova l’entusiasmo di quando ci si prospetta la bella stagione estiva, all’apertura estiva, con le chiacchierate, le grigliate, le risate.
La chiusura della casa significa lasciarsi alle spalle esperienze, persone ed una stagione in più che si è vissuta, una stagione in più che ti ha portato verso la vecchiaia.
Ma da qualche anno c’è un peso ancora maggiore, un peso che è un macigno: la consapevolezza che non sarà solo la stagione invernale separarci, ma proprio la chiusura definitiva di un capitolo della vita; i ricordi di 15 anni di amicizia fanno scendere anche le lacrime assieme alle gocce di pioggia, quasi che il cielo volesse aiutarmi nel salutarti assieme a due splendidi gipeti che volteggiano da giorni nel nostro cielo in quella porzione di azzurro che sta caratterizzando in questo momento metà del mio orizzonte..grigio e blu.
Le stagioni passano, gli anni passano, anche le persone passano .. in un modo o in un altro, ma se hanno lasciato dentro di te un segno, che che se ne dica in un modo anomalo, sempre ci saranno. E poi piano piano ritorno su quella strada, leggermente impantanata, dove il sole sta salutando, sempre più basso, dove senti delle cornacchie in sottofondo, dove allontanandoti da luogo cerchi nello stesso tempo di allontanare anche il vissuto, cercando però nello stesso tempo delle prospettive,dei progetti e delle intenzioni per la prossima estate.

 

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