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Le Ferriere Corneliani a Premadio

Una delle proposte di questa afosa estate è la visita alle ferriere di Premadio

Non molti sanno che tra il 1200 e il 1300 l’alta Valtellina ha vissuto una grandissima esperienza metallurgica essendoci la presenza di ben tre forni per la produzione di ghisa.
Nel 1550 venne smantellato uno dei tre forni più vecchi per dar vita invece ad uno nuovo e moderno che è stato attivo fino al 1830.
Il nome Corneliani viene proprio dalla ditta che ne costruì lo stabilimento nuovo che era costituito da sei caseggiati ai quali si aggiunse anche una piccola centrale elettrica che veniva utilizzata per fornire energia elettrica alle strutture dei Bagni Nuovi e dei Bagni Vecchi proprio adiacenti al forno. Quest’ultima struttura ha apportato innovazione e tecnologia rispetto alle antiche tecniche di lavorazione presenti nei forni dell’alto Medioevo.

Il nascere di questa fiorente attività che assieme all’agricoltura ed al commercio era fonte di reddito per i locali, dava lavoro per 400-500 persone; la maggior parte di essi era impiegata per l’utilizzo del taglio degli alberi, il trasporto e il confezionamento e la lavorazione della legna trasformata in carbone per ben otto mesi l’anno mentre altre persone erano addette invece all’estrazione ed al trasporto del minerale che avveniva nelle gallerie, in superficie o nell’ultimo tempo, migliorata e più proficua dato l’utilizzo di due funicolari.

Ma abbiamo letto di alberi e di ghisa; come potevano far funzionare i forni?
Abbiamo detto fossero più di uno, quindi alcuni funzionavano solo a legna, mentre l’altoforno funzionava sia a legna che a carbone arrivando negli anni più floridi a produrre fino a 7 tonnellate di materiale. Le forniture andavano inviate prevalentemente nella zona di Milano e in alcuni casi anche nel vicino Tirolo.

Siamo nel 1875 quando lo stabilimento vista l’opposizione dei comuni della zona che volevano preservare il territorio dal disboscamento, ecco la chiusura dei forni causa anche l’aumento del prezzo dei trasporti, facendo divenire il prodotto stesso poco concorrenziale.

Oggi la visita all’altoforno presente nel calendario delle manifestazioni estive ogni venerdi alle ore 16.00 è l’unico forno ottocentesco che non ha subito in alcun modo una riconversione ed è uno splendido esempio di archeologia industriale.
Un importante lavoro voluto dalla regione Lombardia assieme comuni dell’alta Valle e la comunità montana vede nel 2010 una serie di lavori per rilanciare e recuperare l’area già da quando 25 anni prima l’amministrazione decide di lanciare un concorso per recuperare il progetto e il sito e a procedere quindi a un restauro.
Si era mossa anche una associazione di cittadini, era stato proposto un progetto Interreg; l’amministrazione comunale guidata da Aldo Martinelli ha ripreso il discorso più volte interrotto ed ha avviato un piano di lavori di cui si è completata la prima parte.
Ora anche una bellissima ed attrezzata area giochi si affaccia nel cortile delle ferriere, oltre ad avere adibito un casolare per esposizioni e piccole conferenze.
Foto AltaReziaNews

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