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Chiesa di san Carlo

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La Chiesetta di San Carlo in Valdidentro.

Siamo nel 1636 e gli abitanti di Semogo vedono l’arrivo di una nuova chiesa dedicata a San Carlo, San Sebastiano e San Rocco.
Questi santi venivano invocati quando si veniva colpiti dalla peste, infatti proprio in quegli anni per evitare e arginare la malattia che stava divagando nel contado di Bormio, gli abitanti fecero il voto.
Impiegarono addirittura vent’anni per edificare questa chiesa. Costituita da un’unica navata è molto molto semplice ma è caratterizzata da un campanile di stile barocco.
I tre Santi avevano un ruolo importante per la dedizione dei fedeli, e vennero dipinti sulla facciata principale San Rocco e San Sebastiano; ma purtroppo nell’arco del tempo andarono persi Mentre a san Carlo viene dedicata all’interno della Chiesa sull’altare maggiore un ancona di legno abbellita da una bellissima tela del seicento di un autore ignoto proveniente dalla chiesa parrocchiale del paese di Semogo.
Su questa tela viene appunto raffigurato San Carlo che si inginocchia dinanzi a Maria Vergine che tiene in braccio il bambino Gesù.
Forse non tutti sanno che Carlo Borromeo era molto adorato nel contado di Bormio: esiste addirittura una lettera autografa che si trova nella collegiata di Bormio assieme a una sua reliquia.
Nelle vicinanze della chiesa di San Carlo c’è un bosco definito “bosco del conte”dove si narra che proprio San Carlo in persona benedì una fonte d’acqua e la rese miracolosa a testimonianza del suo passaggio, il sempre la leggenda narra di un’impronta impressa sulla roccia in prossimità della sorgente.
Il campanile concluso nel 1675 ospita una campana realizzata da un fonditore di Semogo tale Antonio Trabucchi che però aveva maggior successo nel vicino Trentino A seguito di vari lavori di manutenzione che nei secoli si sono succeduti attualmente ci sono due campane che curiosamente hanno una datazione precedente alla fine dei lavori del campanile stesso Che portano delle incisioni dedicate a sant’Abbondio facendo presagire che esse furono inizialmente posate nella chiesa parrocchiale dedicata vescovo Abbondio originario di Como

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