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Bormio nei primi anni del ‘900

IMG_8961Siamo ad inizio del secolo scorso, ci troviamo Bormio, raggiungibile da Tirano dopo molte ore di carrozza.
Paesino già movimentato con la presenza di un hotel in via Roma, qualche bottega e molte torri e chiese.

Conosciuto a livello turistico non per la neve ma per le acque termali, dove si dice siano curative per ogni male
Le strutture di Bagni Nuovi e Vecchi, sono a pieno regime, sempre più persone passeggiano nel parco e si intrattengono presso la fonte Pliniana.

Unica struttura con la corrente elettrica, lo stabilimento dei Bagni Nuovi ha grandissime e lussuose sale da pranzo, da ballo, da musica e da gioco, mentre le case attorno del borgo vivono grazie al fuoco del camino ed in una sola stanza dove ci si intrattiene tutti, raccontando storie di streghe e orsi del bosco.

Nessuno di loro si accomoda allo stabilimento termale se non per lavare le bestie nella vasca delle capre.

Passeggiano con gli ombrellini, con abiti setosi e fruscianti, cappelli a cilindro o a bombetta, scrutati dai Bormini con aria stupefatta, i turisti arrivati col treno fino a Tirano, o i più fortunati con auto che arrancano sbuffando sulle polverose vie della Valtellina; strade realizzate dagli austriaci che volevano il passo Stelvio fruibile per il trasporto delle merci da e per l’Austria.
Precursori dei tempi è il disporre di una carrozza a cavallo che fa la tratta Bagni Nuovi, Stelvio, Spondigna ma per chi vuole spendere meno ecco asini, muli e cavalli da soma.
Durante l’inverno le carrozze vengono sostituite dalle slitte.
A meta secolo, la tratta viene invece percorsa 3 volte al giorno da Colico, Sondrio a Bormio con le diligenze che portano anche in Val Venosta e a Edolo soprattutto d’estate.

Intanto le strutture termali si arricchiscono di nuovi posti letto, si arriva fino a duemila persone ospiti; la scena turistica si amplia grazie anche a Santa Caterina e alla sua acqua ferruginosa che vede la costruzione dei padiglioni termali e dell’impianto di imbottigliamento

 

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